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"Candidati" alla sanatoria anche numerosi immobili. Per questi la procedura è più delicata e, in alcuni casi, richiede il ricorso a polizze o società per beneficiare della misura. Per avere certezza sulle procedure, gli addetti ai lavori aspettano la circolare esplicativa dell'Agenzia delle entrate. «In genere chi decide di beneficiare dello scudo – spiega Antonello Di Mascio, responsabile progetto Scudo fiscale di Intesa Sanpaolo Private Banking – ha già deciso la destinazione e l'utilizzo successivo delle somme detenute all'estero». Spesso, infatti, a chiedere la "protezione" sono imprenditori con attività internazionali che hanno accumulato risparmi custoditi nei paradisi fiscali. Una mossa dettata in primo luogo dall'esigenza di liquidità in un momento di difficoltà economica. «Reinvestire capitali in azienda, però – sottolinea un altro operatore – è a rischio zero solo per chi produce bilanci "a prova di ispezione"». Non sono pochi, infatti, gli imprenditori che, per timore di subire controlli in futuro, riportano in patria i capitali facendoli confluire nel patrimonio personale e tenendoli ben separati da quelli dell'impresa.
Lo scudo fiscale rappresenta solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che ha dimensioni ben più ampie. «La scelta, per chi ha finora deciso di mantenere dei beni all'estero, non è solo se aderire o no alla sanatoria – conclude Luca Caramaschi, responsabile private wealth management di Deutsche Bank in Italia – ma riguarda una rilettura generale della gestione dei propri asset».
Con la perdita di appeal delle banche svizzere, sempre più orientate a non entrare in rotta di collisione con gli Stati Uniti e a privilegiare la trasparenza, infatti, la strada di chi continuerà a esportare capitali non tassati si orienterà verso "nuove" frontiere. «È il caso dei paradisi fiscali del Far East, per nulla preoccupati di entrare nelle black list dei paesi occidentali: chi sceglierà di esportare ancora denaro, affrontando pericoli crescenti, lo farà solo per grandi capitali». Per gli altri la scelta "obbligata" sarà quella del perdono.